C’è un momento, durante molti colloqui, che può farci sentire un po’ sotto i riflettori: quando arriva la domanda “Perché dovremmo scegliere proprio te?”. A volte, la mente va subito a “Cosa devo dire per fare colpo? Devo elencarmi tutti i pregi?”. È una sensazione comprensibile. Dopotutto, abbiamo già messo tanto di noi nel curriculum, nella lettera di presentazione, e nella conversazione stessa fino a quel momento, cercando di essere chiari e trasparenti sulle nostre capacità e motivazioni.
Forse, però, c’è un modo diverso di guardare a questa domanda, un modo che ci fa sentire meno sotto esame e più parte di una conversazione importante.
Cosa Si Nasconde Davvero Dietro Quella Domanda?
Proviamo a pensare a chi abbiamo di fronte. Quando un selezionatore pone questa domanda, spesso non sta cercando una sfilata di autoelogi. Più probabilmente, sta cercando di capire quanto abbiamo colto l’essenza del ruolo e dell’azienda. Vuole vedere se abbiamo fatto un collegamento tra chi siamo e cosa potremmo portare lì, in quel contesto specifico. È come se chiedesse: “Hai riflettuto su come le tue esperienze e il tuo modo di essere potrebbero davvero fare al caso nostro, per gli obiettivi che abbiamo?”.
Spostare Leggermente la Prospettiva: Dal “Io” al “Noi (Azienda e Candidato)”
Molti di noi, istintivamente, si concentrano sul “io”: “Io sono bravo a…”, “Io ho fatto…”, “Io posso…”. E va bene, perché è importante conoscere il proprio valore. Ma cosa succederebbe se, in quel momento, provassimo a pensare un po’ di più a un “noi”? Un “noi” che include l’azienda, le sue necessità, i suoi obiettivi.
Invece di focalizzarsi solo su cosa siamo, potremmo pensare a come ciò che siamo e ciò che sappiamo fare si allinea con quello che l’azienda sta cercando. Non si tratta di vendersi a tutti i costi, ma di esplorare insieme se c’è una vera sintonia, una possibilità di contribuire in modo significativo. Questo sposta la conversazione da un “esame” a un dialogo più equilibrato.
Riflessioni Utili Prima (e Durante) il Colloquio:
Un Modo Naturale per Rispondere:
Quando arriva la domanda, potremmo quindi pensare di rispondere in modo più discorsivo, quasi come se stessimo continuando una riflessione ad alta voce: “Da quello che ho capito finora della vostra realtà e delle vostre necessità, mi sembra che stiate cercando qualcuno che possa [dire cosa abbiamo colto]. Nel mio percorso, ho avuto modo di [raccontare brevemente un’esperienza o una competenza rilevante], e penso che questo tipo di approccio o abilità potrebbe essere utile qui. Mi piacerebbe molto esplorare insieme come la mia visione e le mie capacità potrebbero allinearsi concretamente con i vostri obiettivi, partendo da quello che ho già condiviso e da quello che potremmo costruire”.
Conclusione: Trovare un Terreno Comune
Forse, il modo migliore per affrontare quella domanda è vederla non come un ostacolo, ma come un invito a trovare un terreno comune. Un’occasione per mostrare che abbiamo riflettuto, che abbiamo cercato di capire, e che siamo pronti per una conversazione aperta e onesta. Quando ci si concentra sull’esplorare insieme un possibile allineamento, basato su fatti e competenze reali, la sensazione di “autoelogio forzato” svanisce, lasciando spazio a una valutazione più serena e consapevole, per tutti. E questo, in fondo, è quello che entrambe le parti desiderano.
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